Nome comune Mimosa
Nome scientifico Acacia sp. pl.
Breve descrizione: nell’Arcipelago Toscano sono presenti 3 specie invasive di acacia (mimose) che si differenziano principalmente per la forma delle foglie. I fiori sono molto simili, sferici e di un giallo molto acceso. Acacia dealbata è la classica mimosa, simbolo della Giornata internazionale della donna (8 marzo). Può raggiungere i 15 m di altezza. Acacia pycnantha differisce da A. dealbata per le foglie lunghe e a forma di falce. Le dimensioni della pianta sono invece più piccole (6-8 metri di altezza). Acacia saligna è un piccolo albero dalla chioma densa e i rami “piangenti”.
Biologia e ecologia: le acacie crescono preferibilmente in aree con clima temperato, temendo gli inverni molto rigidi. In condizioni ottimali danno luogo a formazioni dense e tendono a colonizzare rapidamente i terreni nudi. Dopo un taglio del fusto le acacie reagiscono emettendo nuovi polloni sia dalla ceppaia che dalle radici.
Distribuzione in Arcipelago Toscano e introduzione: introdotte in Europa attorno alla metà dell’800, nell’Arcipelago le mimose sono presenti all’Elba, al Giglio e a Capraia. Come per le altre due specie di mimose, anche l’Acacia saligna è stata introdotta per scopi ornamentali, ma più delle altre ha trovato impiego negli interventi di forestazione a partire dagli anni ’60 in molte zone costiere d’Italia sia sabbiose che rocciose, dimostrando grandi capacità vegetative e di propagazione.
Impatto: al di fuori dell’areale di origine, le specie del genere Acacia costituiscono una seria minaccia per la biodiversità. All’isola d’Elba, A. dealbata è quella che evidenzia i processi di diffusione più ampi e intensi, seguita da A. saligna. Nelle aree invase, questa specie forma densi popolamenti che competono con la vegetazione autoctona e possono aumentare il rischio di incendio.
Gestione in area protetta: con il progetto “Montecristo 2010” la specie è stata eliminata da Pianosa.